Architetto Emanuela Bonfili
Rivoluzionare l'energia: il potere delle comunità energetiche
In un'epoca di crescente consapevolezza ambientale, le comunità energetiche, emergono come una soluzione potenzialmente capace di ridefinire il panorama dell' approvvigionamento energetico.
Una comunità energetica è una collaborazione tra individui, imprese e enti locali per produrre, gestire, condividere e consumare energia, principalmente da fonti rinnovabili. Queste comunità non solo mirano a ridurre l'impatto ambientale, ma anche a democratizzare la produzione energetica, portando il controllo dell'energia nelle mani delle persone.
Ci sono due famiglie di comunità energetiche: Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e le Comunità Energetiche di Cittadini (CEC). Mentre le CER si concentrano esclusivamente sull'uso di fonti rinnovabili, le CEC enfatizzano la partecipazione attiva dei cittadini nella gestione energetica.
I benefici sono molteplici:
1. Riduzione delle emissioni di CO2.
2. Diminuzione dei costi energetici, grazie alla produzione locale.
3. Maggiore sicurezza energetica attraverso la diversificazione delle fonti.
Tuttavia, le comunità energetiche hanno da affrontare vari ostacoli:
1. La regolamentazione in continua evoluzione può rappresentare una sfida.
2. Gli investimenti in tecnologie avanzate e infrastrutture sono essenziali ma costosi.
3. Il coinvolgimento del pubblico richiede un'efficace strategia di comunicazione.
Joint Research Centre (JRC) from Caramizaru, A. and Uihlein, A., Energy communities: an overview of energy and social innovation, EUR 30083 EN, Publications Office of the European Union, Luxembourg, 2020,ISBN 978-92-76-10713-2, doi:10.2760/180576, JRC119433. with UploadWizard
Le Normative sulle Comunità Energetiche in Italia: Un'Analisi del Decreto Milleproroghe
In Italia, le comunità energetiche sono disciplinate dal Decreto Milleproroghe, che tramite l’articolo 42-bis ( Legge n.8 del 28 febbraio 2020 ) ha introdotto la creazione di Energy Community e la realizzazione di iniziative di autoconsumo collettivo di energia da fonti rinnovabili.
Per istituire una comunità energetica, sono richiesti specifici requisiti:
Finalità - L'obiettivo fondamentale delle comunità energetiche è di generare vantaggi ambientali, economici e sociali sia per i membri che per le aree circostanti. È importante sottolineare che l'attività dell'Energy Community non deve rappresentare la fonte principale di guadagno per i prosumer ( i destinatari di beni e di servizi che non si limitano al ruolo passivo di consumatori, ma partecipano attivamente alle diverse fasi del processo produttivo ).
Partecipazione - La comunità è aperta a tutti, inclusi coloro che non possiedono un impianto fotovoltaico.
Impianti Energetici - Gli impianti dei prosumer devono avere una potenza totale inferiore ai 200 kW e devono essere stati attivati dopo l'implementazione del Decreto Milleproroghe. La distribuzione dell'energia deve avvenire attraverso la rete esistente, con l'obiettivo di un autoconsumo immediato.
Relazioni Contrattuali - Le interazioni all'interno della comunità devono essere regolate tramite un accordo di diritto privato. Inoltre, è previsto che i consumer possano recedere dalla comunità energetica a loro discrezione.
Il governo italiano, tramite il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), ha previsto un investimento di 2,2 miliardi di euro per supportare la formazione di comunità energetiche in piccoli comuni con meno di 5.000 abitanti. Questa iniziativa mira a stimolare lo sviluppo economico e ridurre le vulnerabilità economiche in queste aree. L'ambizione è di raggiungere, entro giugno 2026, un totale di almeno 2000 MW di capacità di energia rinnovabile installata e generare 2500 GWh.
Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha annunciato che in Italia si prevede la creazione di circa 15.000 comunità energetiche. Stimarne il loro numero attuale non è semplice, perché si tende a confonderle con i progetti di autoconsumo collettivo (un condominio che si alimenta con i propri dispositivi fotovoltaici, ad esempio) quando in realtà hanno una struttura e una finalità diverse (sono più estese, mirano all’inclusione sociale e non vincolano l’utilizzo dell’energia alla proprietà dell’impianto).